Il castello di Melfi venne edificato durante il periodo normanno, per volere di Ruggero I d'Altavilla, conte di Sicilia, ma è stato oggetto di trasformazioni e ricostruzioni durante il periodo angioino-aragonese e nel tardo rinascimento.
Storia
Originariamente la fortezza aveva un impianto rettangolare con agli angoli torri quadrate e alcune rompitratta, probabilmente due torri ravvicinate a rinserrare la porta.
Con l’avvento degli angioini ha inizio la seconda fase costruttiva del castello voluta in particolare da Riccardo da Foggia, Jean de Toul e Pierre d’Angicourt.
A questo periodo risale l'attuale parte esterna del castello che scende vertiginosamente verso il torrente Melfia.
A questi successe la famiglia Caracciolo, ai quali si deve a realizzazione del prospetto rivolto verso la città, e la costruzione di un grande fossato secco.
Nel 1530 il feudo di Melfi venne donato all'ammiraglio genovese Andrea Doria, che operò una totale trasformazione della fortezza in un palazzo baronale.
Attualmente la struttura è di proprietà dello Stato Italiano, ed ospita la sede del Museo Archeologico Nazionale intitolato a Massimo Pallottino.
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