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Duomo di Reggio Calabria   
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Il duomo di Reggio Calabria, dedicato a Maria Santissima Assunta, è situato nel centro storico della città, ed affonda le sue origini nel 1061, anno in cui giunsero in città i Normanni di Roberto il Guiscardo che, scacciati i Bizantini, lasciarono agli abitanti di etnia greca l'antica cattedrale, ma nel contempo ordinarono la costruzione di un nuovo edificio religioso che fosse sotto l'ordinamento del Papa di Roma.
Durante il XVI secolo, la chiesa venne saccheggiata e incendiata dalle incursioni dei turchi, ma ogni volta venne restaurata e abbellita.
Al 1741 risalgono nuovi interventi di ricostruzione commissionati da Monsignore Polou, finalizzati alla realizzazione di un tempio in stile tardo-barocco, con una struttura a croce latina e a tre navate.
Danneggiata dal terremoto del 1783, la cattedrale venne restaurata e rimaneggiata, ad opera dell'ingegnere Giovan Battista Mori, ma un nuovo evento catastrofico, abbattutosi nel 1908, provocò ingenti danni, per cui si rafforzò la convinzione di procedere alla ricostruzione integrale dell'edificio religioso, su progetto dell’ingegnere Carmelo Angelini e secondo lo stile neo-romanico.
Riconsacrata nel 1928 dall'arcivescovo Carmelo Pujia, la nuova cattedrale di Reggio Calabria
tende a fondere l'arte medievale romanica con l’arte gotica.
La facciata principale è divisa in tre parti mediante quattro torri traforate di forma ottagonale sormontate da croci. La sezione centrale del prospetto accoglie una trifora sormontata da un rosone; il tutto delimitato da una cornice decorata a motivi floreali.
Peculiare anche la scalinata che conduce alla facciata, sopraelevata rispetto alla piazza, decorata da sontuose statue raffiguranti i Santi Paolo e Stefano di Nicea, opera di Francesco Jerace.
L’ingresso è preceduto da tre portali in bronzo, di cui quello centrale di Luigi Venturini, riproduce le scene di vita di Maria Santissima Assunta; il portale a sinistra, opera di Biagio Poidomani, illustra pisodi relativi alla devozione di Reggio alla Madonna della Consolazione; mentre il portale a destra di Nunzio Bibbò, raffigura episodi dell'apostolato di Paolo di Tarso.
Esternamente si erge anche il campanile del duomo, alto 28,15 m portato a termine nel 1931, caratterizzato da due celle campanarie entro cui sono rispettivamente collocate la campana della Conciliazione, la campana del Congresso, e la campana del Capitolo.
Il duomo presenta internamente un impianto basilicale, diviso in tre navate separate da colonne, che si intersecano con le crociere terminanti con altrettante absidi separate da archi sorretti da pilastri.
Le tre navate interrotte da altrettanti transetti, terminano con abside poligonale.
Lungo le navate laterali si aprono otto cappelle contenenti opere di notevole interesse storico-artistico, mentre lungo la navata destra sono ospitati i sepolcri dei vescovi seicenteschi, e quelli recenti degli ultimi vescovi del XX secolo.
Sul fondo della navata destra, ai piedi della tela raffigurante la consacrazione di Santo Stefano Vescovo di Reggio da parte di San Paolo, opera di Minaldi, è collocato all’interno di un'urna di vetro, il tronco di colonna che secondo la tradizione sarebbe quella del Prodigio di San Paolo.
Nell'abside centrale si trova l'altare maggiore decorato da un bassorilievo in bronzo, in stile romanico, opera di Antonio Berti, affiancato dalla cattedra arcivescovile in marmo.
Da ammirare anche le tele ottocentesche del Crestadoro e del Minali, nonché un pulpito marmoreo, realizzato da Francesco Jerace, e decorato da due palme in travertino.
Tra le otto cappelle situate lungo la navata sinistra, citiamo quella dedicata al Santissimo Sacramento dichiarata nel XIX secolo, monumento nazionale.
Realizzata nel 1539 per volere dell'arcivescovo Agostino Gonzaga, la cappella fu restaurata nel 1599 su commissione dell'arcivescovo D'Afflitto, e successivamente decorata da Monsignore Polou,
Dopo gli ingenti danni causati dai terremoti del 1783 e del 1908, la cappella fu demolita e ricostruita ex novo in un luogo differente, ossia all'estremità del transetto sinistro, nonché arricchita con dei quadri del pittore Nunzio Bava, che riproducono gli episodi dell'Antico e Nuovo Testamento.
La cappella a pianta quadrata presenta le pareti completamente rivestite di intarsi marmorei policromi risalenti al XVIII secolo, nonché in otto nicchie, altrettante statue rappresentanti i Santi Apostoli Pietro e Paolo, i quattro Evangelisti, ed i due dottori eucaristici San Tommaso e San Bonaventura, opere di Francesco Jerace e Concesso Barca.

 
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