La Domus dei Coiedii è un’abitazione dell’epoca romana situata all’interno del parco archeologico della città romana di Suasa.
Riportata alla luce tra il 1987 e gli anni ’90, la domus è stata realizzata nel I secolo a.C., come dimostra l’attuale planimetria nonché i resti delle mura e della pavimentazione.
Questa abitazione constava di due stanze laterali all'ingresso bipartito dal quale si accedeva all'atrio con tetto aperto e sorretto da travi di legno dotato della vasca dell' impluvium dove veniva raccolta l'acqua piovana.
L’atrio era circondato da stanze, che stando a quanto rinvenuto durante gli scavi consistevano in due camere da letto pavimentate a mosaico, una stanza dei Lari con funzione religiosa e d'archivio domestico, e gli ambienti laterali.
Dall'atrio si poteva accedere anche al tablinum, e all’hortus.
L’attribuzione della domus alla gens Coiedia è attestata dalla presenza di tre iscrizioni, una delle quali è stata ritrovata nel 1992 all'interno dell’abitazione stessa.
Ai primi decenni del II secolo risale un primo ampliamento della domus per volere della famiglia dei Coiedii, che comportò la demolizione delle case attigue.
A questo periodo risale la realizzazione dei mosaici e affreschi che decorano la domus,
la trasformazione dell’hortus con un atrio tetrastilo, e la costruzione della sala dei banchetti.
Durante gli scavi riguardanti la zona del giardino sono stati rinvenuti una piccola piscina semicircolare e tre stanze riscaldate.
Nell’ala Sud del peristilio erano situate tre stanze: una sala da pranzo, e due camere da letto pavimentate con mosaici a motivo erotico.
Mentre ad Ovest si sviluppava un quartiere termale caratterizzato dalla presenza di una piscina natatoria, di una sala della caldaia dove veniva prodotto il vapore attraverso il riscaldamento dell’acqua della piscina.
Al III secolo d.C. risale la costruzione dell'"ambiente S", che si pensa sia stato un luogo dove si tenevano le assemblee o le riunioni.
Tra il III e il VI secolo d.C. , a seguito dello scoppio della guerra greco-gotica la domus fu abbandonata divenendo una cava di materiali, fino al 1987, anno della scoperta e della rivalorizzazione.