Il tempietto di Sant'Emidio alle Grotte esempio di arte religiosa barocca venne edificato tra il 1717 ed il 1721 per volere di Giovanni Gambi, vescovo della città, e dedicato al Santo Patrono.
Il monumento è caratterizzato da una grotta naturale frequentata già nel III secolo d.C. dai cristiani come necropoli, nonché luogo dove venne seppellito lo stesso santo a cui la chiesa è intitolata.
Seguì la trasformazione in oratorio e la conseguente realizzazione dell’altare con i piccoli ornamenti.
L’attuale facciata della chiesa in travertino è articola su due piani appoggiati alla parete tufacea.
Il piano inferiore in stile dorico presenta un cupolino centrale pronunciato a base ellittica, poggiante su sei colonne doriche, che a loro volta delimitano lo spazio entro cui si apre il portale centrale.
Il cupolino decorato dallo stemma araldico del vescovo Gambi, è lateralmente affiancato da lesene intervallate da due finestre rettangolari e due nicchie.
Il piano superiore della facciata, mentre, ripartito da lesene termina con architrave, fregio, cornice ed un frontone circolare al cui interno è collocata l’arme di Papa Clemente XI impreziosita da due angeli che sorreggono le chiavi ed il triregno.
Alle estremità sono collocate due statue di angeli, che recano in mano un ramo di palma simbolo del martirio.
La chiesa è internamente divisa in tre navate separate da pilastri, coperte da volte a crociera in laterizi.
L’altare maggiore risalente al 1955, accoglie nella parte posteriore la statua in travertino di Sant’Emidio opera di Giuseppe Giosafatti.
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