L’area archeologica di Helvia Recina situata nella frazione di Villa Potenza, si pensa sia stata abitata sin dai tempi della preistoria, anche se a palarne fu per primo Plinio il Vecchio, erudito romano del I secolo d.C. .
Gli edifici più importanti risalgono alla metà del I secolo a.C. quando Recina venne dichiarata Municipio, mentre le abitazioni decorate a mosaico sono collocabili intorno al II secolo d.C. .
Dichiarata colonia romana nel III secolo d.C. per volere di Settimio Severo, la città venne distrutta dalle invasioni barbariche.
Delle tante opere si conservano i resti del teatro romano risalente al II secolo d.C. , edificato su un terreno pianeggiante e dotato di cavea, orchestra ed edificio scenico.
La cavea di forma semicircolare, era dotata di ampie gradinate disposte su tre ordini, della quale oggi possiamo ammirare solo le basi dei dodici muri di sostegno in laterizi.
Il muro perimetrale si articola in undici aperture e in dodici porte con architrave, che un tempo conducevano agli ambienti di servizio, situati nel sottoscala del settore superiore della cavea. .
Il teatro presentava esternamente due ordini di loggiati sovrapposti di cui quello superiore era riservato alle matrone.
Tra la cavea e il palcoscenico si apre l'orchestra semicircolare dove prendevano posto gli spettatori di rango elevato, mentre tra la cavea e l'edificio scenico si aprivano due accessi laterali con volta che consentivano l’ingresso del pubblico.
Sul lato sinistro del palcoscenico sono visibili dei pozzi in laterizio che venivano utilizzati per collocarvi le antenne che avrebbero sorretto il sipario.
L'edificio scenico a pianta rettangolare, era racchiuso ai lati da due ambienti quadrangolari, mentre la parte centrale occupata dal palcoscenico terminava con la fronte scenica dalla facciata monumentale arricchita da colonne d'ordine corinzio, rivestimenti marmorei, intonaci dipinti e statue.