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Palazzo Leopardi   
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Il palazzo Leopardi si affaccia sulla piazza conosciuta come “Il sabato del villaggio” , e deve il suo attuale aspetto ai lavori di ristrutturazione eseguiti verso la metà del XVIII secolo dall'architetto Carlo Orazio Leopardi.
Tutt’ora abitato dai discendenti della famiglia Leopardi, l’edificio colpisce per le sue linee semplici e signorili.
Il primo piano del palazzo è occupato dalla biblioteca e per accedervi bisogna salire uno scalone settecentesco opera di Carlo Orazio Leopardi. Da ammirare lungo le pareti alcuni degli elementi dell’’originaria struttura fra cui due colonne e un architrave marmoreo.
La parte più interessante del palazzo Leopardi è senza ombra di dubbio la Biblioteca che accoglie più di venti mila volumi, la maggior parte dei quali è stata ordinata da Monaldo Leopardi padre di Giacomo.
Un lungo corridoio conduce ad una stanza dove sono esposti volumi che attestano l’evoluzione della stampa nei secoli.
Segue la stanza dell’Alcova contenente sia opere di carattere letterario e scientifico che testi più antichi.
Proseguendo si arriva nella sala delle opere di carattere teologico, dove sono custodite opere molto importanti come la Bibbia poliglotta in otto lingue e in sei volumi, e alcuni libri la cui lettura era allora proibita dalla Chiesa.
La sala successiva contiene antichi libri di argomento enciclopedico come “Enciclopedie” di Diderot e d’Alembert, nonché accoglie un busto marmoreo di Giacomo.
Segue la sala dei manoscritti così chiamata perché custodisce molti autografi di Giacomo Leopardi dalle prime composizioni puerili ad opere di età più adulta; le pareti della stanza sono impreziosite da ritratti ottocenteschi della famiglia e l’albero genealogico redatto da Monaldo, padre di Giacomo.
La sala successiva era un tempo lo studio di Monaldo, e vi si conservano i manoscritti e le pubblicazioni delle sue opere di carattere storico, filosofico, politico.
La stanza accoglie un antico caminetto e sulle pareti sono affisse oltre ai disegni eseguiti dai figli e ad immagini care a Monaldo, due stampe riguardanti i programmi di due successivi saggi offerti ad un pubblico composto da amici e parenti dei fanciulli Leopardi.

 
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