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Archeologia
Area Archeologica dell'Antica Città di Nora
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Torre del Coltellazzo
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Area Archeologica dell'Antica Città di Nora   
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L’area archeologica dell’antica città punica di Nora situata sul promontorio di Capo Pula, comprende i ruderi del tempio di Eshmun-Esculapio e ciò che resta di un meraviglioso Tofet, entrambi riportati alla luce in occasione degli scavi condotti a partire dal 1889 ad opera degli archeologi Giovanni Spano, Filippo Vivanet e Filippo Nissardi, cui seguì tra il 1952 e il 1960 uno scavo sistematico grazie al lavoro del professore Gennaro Pesce.
L’antica città di Nora fondata molto pratilmente dall'eroe eponimo Norace, come testimonia lo storico scrittore Pausania, deve il suo nome ad un’antica voce diffusa in Sardegna nor- nur, riconducibile ad uno sostrato linguistico locale.
Il ritrovamento di un pozzo nuragico, del nuraghe Sa Guardia Mongiasa sull’omonimo rilievo, e del Nuraghe Antigori di Sarroch contraddistinto dalla presenza di splendide ceramiche micenee, testimoniano una frequentazione del sito già a partire dall'età del bronzo.
All’VIII secolo a.C. , risale la preziosa stele di Nora sulla quale è tuttora leggibile l’iscrizione in alfabeto fenicio, con la più antica attestazione del nome della Sardegna, nonché un tophet dedicato alla dea Tanit, resti di fortificazioni, e impianti artigianali.
A ciò si aggiungono i resti che testimoniano lo sviluppo della città durante la conquista romana avvenuta nel 238 a.C., basti pensare al foro, al teatro, agli impianti termali, e alle case di abitazione, grazie ai quali Nora divenne la capitale dell'isola.
Il declino iniziò quasi certamente a partire dal V secolo, con l'occupazione del territorio da parte dei Vandali, costringendo la popolazione ad abbandonare la città e rifugiarsi nelle località più sicure dell'interno.
Ciò che resta dell’antica città di Nora è il tempio di Eshmun-Esculapio interessato nel corso dei secoli da numerosi interventi di rifacimento che ne hanno sucidamente intaccato l’originaria planimetria, e la funzione dei vani.
Il complesso sacro disposto su più livelli, comprende alcuni ambienti decorati da splendidi mosaici riconducibili storicamente all’età imperiale, e un'abside aperto lungo il lato meridionale.
Durante le operazioni di scavo sono state rinvenute quattro statuette in ceramica, risalenti al II secolo a.C., di cui quelle più piccole per dimensioni raffigurano devoti offerenti, mentre delle due sculture più grandi quella rappresentante un uomo dormiente, disteso, e avvolto da un serpente, è identificato con la divinità salutifera Esculapio.
Da non perdere la visita al tofet di Nora riportato alla luce nel 1889 comprensivo di una stele in arenaria locale, impreziosito da raffigurazioni simboliche racchiuse in edicole, riconducibili cronologicamente al periodo compreso tra la fine del V e la fine del IV secolo a.C. .
Tra le raffigurazioni simboliche citiamo il betilo, pietra sacra sede della divinità, ed il segno di Tanit, dea del pantheon cartaginese, raffigurata come un triangolo sormontato da un cerchio.

 
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