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Chiese
Basilica di Sant'Elena Imperatrice
Archeologia
Terme Romane di San Basilio
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Basilica di Sant'Elena Imperatrice   
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La basilica di Sant'Elena Imperatrice situata nell’omonima piazza del centro storico della città di Quartu Sant'Elena, venne costruita nelle forme attuali tra il 1809 e il 1828 ad opera del capomastro Cosimo Crobu, su progetto dell'ingegnere Cochis, dell'architetto Carlo Maino, e del Maestro Muratore Beppe Boy.
L’edificio religioso fu realizzato sul sito dove si ergeva una preesistente chiesa pur sempre dedicata a Sant’Elena Imperatrice, costruita verso la fine della prima metà del XII secolo a tre navate collegate da una serie di archi a tutto sesto sorretti da colonne e capitelli di rimpiego.
Demolita tra il Quattrocento e il Cinquecento, per ragioni dimensionali, la chiesa venne ricostruita per accogliere il gran numero di fedeli, disposti nell’ampia navata con volta a crociera, abside di forma quadrata, e ben nove cappelle disposte lungo le parti laterali, realizzate tra il XVI e il XVIII secolo, e dedicate rispettivamente al Rosario, alla Madonna d'Itria, alle anime del Purgatorio, alla Vergine della Pietà, a Sant'Antonio Abate, a Sant'Elena, a Santa Giusta, a Sant'Antonio da Padova e a San Michele Arcangelo.
Il prospetto principale del nuovo edificio religioso, delimitato da due contrafforti e terminante con una sezione merlata, accoglieva uno splendido portale archiacuto, mentre sulla sinistra era affiancato dal campanile ottagonale con copertura rivestita da mattonelle nere.
Sfortunatamente nel 1775 un incendio distrusse completamente la chiesa, e se ne decise la ricostruzione nelle forme attuali, prevedendo l'aggiunta ad est di un transetto con cupola, la realizzazione di una nuova sacrestia, e di un ampio presbiterio.
Si conservano dell’originaria struttura religiosa solamente l'oratorio del Rosario, situato alle spalle dell’omonima cappella, il campanile e la torre dell'orologio.
Restaurata tra il 1996 e il 1999, per ottemperare ai danni causati dalle continue infiltrazioni d’acqua, la
basilica presenta esternamente una meravigliosa facciata in stile neoclassico terminante con un timpano triangolare, contraddistinta da due sezioni, tra loro separate mediante una cornice marcapiano.
L’ordine inferiore del prospetto accoglie l'ingresso principale decorato da elementi classicheggianti, sovrastato da una finestra centrale inserita in una lunetta.
Esternamente si ergono anche il campanile a pianta ottagonale con balaustra all’altezza del terzo marcapiano, dotata di tre campane, e la torre dell'orologio sovrastata da una bandiera recante la data 1900, nonché impreziosita da archetti ogivali di gusto gotico.
La campana più antica è decorata da bassorilievi raffiguranti Sant'Elena con la Croce e la Madonna col Bambino, come del resto la seconda impreziosita da altrettanti bassorilievi raffiguranti la Vergine, Sant'Elena e la Croce.
La chiesa ha internamente un impianto a croce latina, contraddistinto da una sola navata coperta da volte a botta scandita in tre campate da archi a tutto sesto sostenuti da pilastri cruciformi.
Lungo le pareti laterali si aprono sei cappelle con volta a botte, mentre nel punto di intersezione tra la navata e il transetto si erge maestosa la cupola ottagonale finestrata, sostenuta da un tamburi, e terminante con lanterna.
Il presbiterio, sopraelevato di due gradini rispetto al piano di calpestio destinato ad accogliere i fedeli, spicca per il suo pregevole pavimento in marmi.
Peculiare anche il pulpito marmoreo situato tra la navata centrale e il transetto sinistro, scolpito nel 1741 da Pietro Pozzo, impreziosito da volute, tralci, fiori, festoni di frutta, cherubini, e immagini di Sant'Elena, nonché dotato di un paravoce in legno policromo intagliato da Domenico Denegri.
All’ingresso della chiesa sono disposte due acquasantiere in marmo bianco, di cui quella a destra presenta quattro angeli cherubini in bassorilievo, mentre l'altra a sinistra è priva di decorazioni; a queste si aggiunge anche una bussola risalente al 1795 interamente in argento.
Qui di seguito illustriamo in dettaglio gli arredi e la struttura architettonica delle cappelle laterali, partendo dalla navata sinistra.
La cappella della Vergine Assunta, accoglie un altare ligneo, eseguito nel 1860 da Giovanni Battista Cuneo per volere delle socie dell'Assunta, contraddistinto da quattro nicchie ospitanti la statua di San Michele Arcangelo, il simulacro di Santa Greca, e in ultimo il simulacro dell'Assunta realizzato nel 1888 dall’artista Edoardo Morgioni.
Segue la cappella di San Giuseppe con altare in marmo eseguito tra il 1931e il 1932 da Giovanni Onali, impreziosito dalla statua in gesso raffigurante il Santo, donata dalla Società Artigiana Rosa Zanazio & C..
L’ultima cappella della navata sinistra è dedicata al Santissimo Sacramento edificata in sostituzione della preesistente cappella del Rosario e dell'omonimo oratorio.
L'ambiente della cappella introdotto da un arco sorretto da colonne, dalle quali dipartono i costoloni che disegnano la volta a crociera stellata, presenta l’antico pavimento in cotto sardo, ed ospita un crocifisso ligneo cinquecentesco, oltre alle splendide tavole appartenenti al Retabolo di Sant'Elia, dipinte ad olio e tempera su sfondo oro.
La visita alla basilica di Sant’Elia Imperatrice prosegue lungo la navata destra dove si aprono altrettante cappella, qui di seguito descritte.
La cappella Battesimale dominata dal fonte battesimale settecentesco in marmi policromi, opera di Antonio Sagino, eseguito su commissione di don Emanuele Manca, sovrastato da una nicchia lignea Ottocentesca occupata da una statuetta lignea raffigurante Gesù Bambino del Sacro Cuore, vestito con un manto azzurro, e seduto su una roccia che aderisce ad un tronco, nell’atto di allargare con le lo squarcio che gli si apre nel petto per mostrare il cuore impreziosito dalla Croce.
Segue la cappella di San Gabriele dell’Addolorata, con al centro una tela dipinta ad olio, eseguita da Bacicia Scano, raffigurante in alto Gesù Cristo con intorno una serie di angeli piangenti, e la Madonna ai piedi della Croce; il tutto presentato dall’Arcangelo Gabriele che ci invita a riflettere sulla Passione.
Al di sotto della mensa dell’altare è ospitato il simulacro di San Tarcisio.
L’ultima cappella della navata destra è intitolata al Sacro Cuore di Gesù ed accoglie un antico altare ligneo costruito nel 1718 da Juan Recupo e da Sisinnio Lay, impreziosito da un medaglione raffigurante Sant'Elena in bassorilievo, opera di Pietro Pozzo.
Pregevoli i candelieri in bronzo adagiati sull’altare dono della Signora Grazia Angioni Marini, ed il simulacro di San Giovanni Battista ospitato nella nicchia superiore.
A queste se ne aggiungo altre due collocate lungo il transetto rispettivamente dedicate alla Madonna del Rosario, e al Santissimo Crocefisso, di cui la prima realizzata nel 1744 da Joseph Ferdiany e Ignazio Cancedda insieme a Eusebio Putzu, è decorata da quindici tavolette ovali raffiguranti i quindici misteri del Rosario, opera di Antiogo Casula, che delimitano la nicchia contenente il simulacro della Vergine del Rosario; preziosi anche il paliotto in marmi policromi di Giuseppe Ignazio Pozzo, ed il tabernacolo in metallo dorato.
La seconda cappella dedicata al Santissimo Crocefisso è impreziosita da simboli eucaristici, ed accoglie nel centro un altare in stile neoclassico sovrastato da una nicchia custodente un Crocifisso ligneo.
Da ammirare anche la balaustra eseguita da Pietro Pozzo, e l’organo a diciannove canne risalente al 1748.
Il presbiterio ospita lo splendido altare maggiore in marmi policromi realizzato in stile barocco da Giovanni Battista Franco negli anni che vanno dal 1815 e il 1818, e modificato nel 1907dallo scultore Giuseppe Sartorio. La nicchia sovrastante l’altare accoglie la statua di Sant’Elena Imperatrice, mentre la mensa decorata da bassorilievi raffiguranti la vita della Santa, serba il tabernacolo in argento
Pregevole anche il Crocifisso ligneo risalente al XVII secolo, la balaustra neoclassica, ed il coro ligneo settecentesco realizzato da Antiogo Perra.
Numerose anche le opere pittoriche novecentesche degli artisti Battista Scano e F. Puddu autori degli affreschi del presbiterio raffiguranti la “Battaglia di Costantino presso il Ponte Milvio” e “l'Adorazione del Sacramento”; della cupola rappresentanti “l'Annunciazione”, la “Natività”, il “Battesimo di Cristo”, la “Resurrezione di Lazzaro”, la “Cena di Emmaus”, la “Consegna delle chiavi a San Pietro”, “l'Ascensione di Gesù” e “l'incoronazione di Maria”; dei pinnacoli raffiguranti gli Evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni; del transetto con le opere “Gesù e i fanciulli”, il “Martirio di San Tarcisio”, “l'incredulità di San Tommaso” e la “Deposizione”; della navata centrale rappresentanti il “Miracolo della Vera Croce”, “Sant'Elena presenta suo figlio Costantino alla Santissima Trinità” e il “Trionfo della Croce”.

 
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