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Archeologia
Necropoli di Pill’e Matta
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Necropoli di Pill’e Matta   
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La necropoli di Pill’e Matta situata alla periferia dell'abitato di Quartucciu, è collocabile cronologicamente tra il III secolo a.C. età punica, ed il V secolo d.C. epoca tardo romana, ed è stata riportata alla luce nell’anno 2000, in occasione di alcuni lavori di rifacimento riguardanti l’area industriale del comune cagliaritano.
Le tombe rinvenute in numero di duecentocinquanta, appartengono a due tipologie costruttive, ossia “a fossa” dalla forma rettangolare, e alla "cappuccina" tipica romana, impreziosite da cospicue suppellettili preziose, monete, oltre a monili ed affetti personali di ogni genere di cui ne sono state riportate alla luce circa duemila pezzi perfettamente conservati, ed esposti al Museo di Casa Angioni, una struttura in metallo e vetro realizzata su progetto di David Palterer e Norberto Medardi con la collaborazione di Pietro Reali.
Le sale museali espongono le riproduzioni di tre tipi di tombe, di cui la n.238, risalente al IV-III secolo a.C., di epoca punica, accoglieva il corpo del defunto in un sudario, come testimoniano le tracce di colore rosso impresse sulla parte esterna delle ossa del cranio.
Segue la tomba n.149 con copertura "alla cappuccina", collocabile tra il II e il III secolo d.C. , così chiamata per l’abitudine di coprire il defunto con degli embrici a formare una sorta di tettuccio a spiovente.
L’ultima ricostruzione è riferita alla tomba n.233, risalente al III secolo d.C. , realizzata attenendosi alla tipologia sepolcrale della specie a nicchia scavata nella roccia; qui sono state riportate alla luce diversi resti osteologici, appartenenti a quattro soggetti differenti.
Gli studi condotti dall’équipe di archeologi, antropologi e restauratori guidati dalla dirigente della Soprintendenza, Donatella Salvi, hanno permesso di accertare che i defunti erano agricoltori del ceto medio, profondamente legati al culto religioso di discendenza.
Tra i tanti oggetti rinvenuti nelle tombe citiamo le trecento lucerne, che nel buio rischiaravano il momento del commiato, le monete che hanno permesso di datare la necropoli, di cui la gran parte di esse risalgono all'età di Costantino, Teodosio, Massimiano, Costanzo Cloro e Diocleziano.
Lo scavo di Pill'e Matta ha suscitato curiosità anche negli studiosi inglesi, tra cui il paleontologo Don Brotwell, divenuto celebre per aver scoperto e la mummia di Nefertiti, la più bella regina dell'Egitto dei faraoni.

 
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