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Archeologia
Villaggio Nuragico di Serra Orrios | Complesso dell'Arvu e Dolmen di Motorra | Nuraghe Mannu
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Nuraghe Mannu   
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Il nuraghe Mannu distante circa 4 km dal centro abitato di Dorgali, sorge su un rilievo basaltico vicino alla costa bagnata dalle acque del golfo di Orosei, nella zona orientale della Sardegna, e deve la sua rinascita all’intenso lavoro di scavo iniziato nel 1927 a cura di Antonio Taramelli, e proseguito a partire dal 1994 con otto operazioni di recupero guidate da Maria Ausilia Fadda.
I reperti archeologici riportati alla luce dagli oltre settecento volontari, consentono di datare la prima fase edilizia del complesso nella fase evoluta del Bronzo Medio ossia nel 1500 a.C. , con maggior frequentazione nell’Età del Bronzo Recente e Finale, vale a dire tra il 1200 e il 1000 a.C. .
Il toponimo sardo “Mannu” che tradotto in italiano significa “Grande”, si deve quasi certamente all’estensione del villaggio di capanne riportato alla luce nei pressi del nuraghe, piuttosto che a quest’ultimo, date le sue modeste dimensioni.
La costruzione funeraria si sviluppa su un impianto planimetrico del tipo “monotorre”, costruito con l’impiego di blocchi poligonali in vulcanite e basalto perfettamente lavorati e squadrati disposti su filari regolari.
Oltrepassato l’ingresso orientato ad Est e sormontato da un architrave irregolare con piccola apertura di scarico, ci si inoltra in un corridoio coperto da blocchi di pietra disposti a piattabanda, contraddistinto dalla presenza di una scala d’andito ad andamento ellissoidale che raggiungeva il terrazzo superiore, che conduce nella camera sepolcrale sviluppata su un impianto ellittico, lungo la cui parete Sud-Ovest si aprono due nicchie rialzate.
Peculiari i corpi di fabbrica a pianta rettangolare situati a Sud del nuraghe, interpretati come garitte di guardia edificate a difesa del territorio e in particolare del sepolcro dagli eventuali approdi dei nemici, anche se non si scarta l'ipotesi che si tratti di feritoie accessibili da un vano-scala.
Le capanne del villaggio a ridosso del nuraghe si sviluppano su un impianto circolare, costruite con l’impiego di pietre non lavorate, affiancate da abitazioni su pianta rettangolare realizzate con blocchi squadrati, di probabile fondazione romana.
A questo periodo risale anche una stele di forma trapezoidale riportata alla luce all’interno di un edificio coevo, costruito sulle fondamenta delle preesistenti capanne nuragiche, di cui si conservano anche frammenti di tegole, resti di vasi da mensa databili al IV secolo d.C., frammenti di vetro, ambra, e chiodi in bronzo.
Al periodo nuragico, invece, risalgono i numerosi materiali ceramici di utilizzo quotidiano, quali fornelli d’impasto, fusaiole, pesi da telaio per la lavorazione dei tessuti, ciottoli fluviali e macine che attestano un’intensa lavorazione del grano.

 
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