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Archeologia
Villaggio di Sant'Efisio | Pozzo Sacro Su Tempiesu
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Pozzo Sacro Su Tempiesu   
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Il pozzo sacro Su tempiesu così chiamato in memoria di colui che per moltissimi anni fu l’usufruttuario del terreno dove nel 1953 la famiglia Sanna ne individuò l’esistenza, garantendone la scoperta ed il restauro.
Ubicato in una selvaggia valle del salto comunale di Orune, il monumento storico fu oggetto di indagini archeologiche a partire dal 1955 e sino al 1981, a cura di Gian Godeval Davoli e Maria Ausilia Fadda della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro.
Il pozzo sacro realizzato in opera isodoma, con l’impiego di materiale basaltico e conci di trachite uniti con grappe di piombo, presenta un impianto quadrangolare, preceduto da un vestibolo a pianta rettangolare, contraddistinto da due muri aggettanti a faccia lungo i quali sono addossati i banconi-sedile, impiegati per la deposizione delle offerte, sovrastati da due stipetti.
Il tempio risalente al maggiore splendore della Civiltà nuragica, anche se il suo uso si protrasse fino all'Età del Ferro, presenta una peculiare copertura contraddistinta da un tetto a duplice spiovente formato da una doppia gronda scolpita nei blocchi di roccia vulcanica, con al culmine un timpano a triangolo acuto, con doppia cornice, sul quale poggiava un acroterio, costituito da un concio troncopiramidale, a sostegno di venti spade votive in bronzo infisse in altrettanti fori con piccole colate di piombo.
La pavimentazione del vestibolo è tagliata trasversalmente da una canaletta di sgocciolo, che conduce l’acqua nel secondo pozzetto, per poi raggiungere un terzo pozzetto mediante un concio in steatite verde lavorato a bocca, inserito nella celletta votiva.
L’ingresso sul fondo del vestibolo, conduce ad una scala formata da quattro gradini, oltre la quale si apre una camera a tholos con piattabanda in cima, formata da undici filari di conci uniti da colate di piombo che ne conservano perfettamente l'impermeabilità.
Ciascun pozzo presenta sul fondo un piccolo disco circolare, denominato "fossetta di decantazione" identificato come il luogo di accumulo delle impurità. Durante le campagne di scavo, all’interno del pozzetto sono stati riportati alla luce numerosi cimeli di bronzo, quali spilloni, stiletti votivi, pendagli, bracciali, anelli, vaghi di collana, aghi crinali elementi di collana in ambra e, soprattutto, statuine raffiguranti offerenti, guerrieri, personaggi con mantello e bastone di comando.
Peculiare è la posizione de pozzo sacro, incassato nella roccia e abbracciato lateralmente da muri in scisto, considerati la parte più antica del monumento.

 
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