La chiesa di San Pantaleo situata non molto distante dal centro abitato di Martis, su uno sperone di roccia che fa da cornice alla Valle del Rio Carrucana, venne costruita come testimoniano alcune notizie storiche relative al toponimo, intorno al 1341, ma deve il suo attuale aspetto architettonico a lavori di restauro eseguiti tra il XVI secolo e il XIX, finalizzati soprattutto alla stabilizzazione della collina soggetta a frane, realizzando un sistema di barre a cucitura delle murature.
Il prospetto principale tripartito verticalmente e racchiuso entro quattro lesene, presenta un corpo centrale a spioventi decorato alla sommità da una sequenza di archetti pensili ogivali trilobati, ospitante il portale in stile romanico, sovrastato da un rosone bicolore
L’interno della chiesa si sviluppa su un impianto basilicale a tre navate, di cui quella centrale è coperta da volta a crociera, diversamente da quelle laterali caratterizzate da volte a vela, separate da due file di pilastri cruciformi, e sul fondo un abside a pianta rettangolare orientato ad Est.
Ricordiamo tra le opere d’arte ivi custodite la pala d’altare in olio su tela, raffigurante il San Pantaleo nell'atto di guarire un paralitico al cospetto dell’imperatore Diocleziano, opera del pittore Andrea Lusso, oggi custodita nel Museo Diocesano dedicato a S. Pantaleo, allestito nella chiesa di S. Giorgio.
Molti i simboli rinvenuti sugli elementi architettonici della chiesa, tra cui citiamo: un cerchio che racchiude due elementi floreali, che a loro volta includono una croce, e altri segni grafici a barre, visibile al livello dell'ultima monofora, sul lato nord; una stella inscritta in un cerchio, il cui perimetro è riccamente lavorato, visitabile sul lato opposto della finestra; il simbolo del “centro sacro” conosciuto anche come “omphalos” rinvenuto su uno dei pilastri cruciformi della navata centrale.