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Fontana di Rosello
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Fontana di Rosello   
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La fontana di Rosello situata nell’omonimo quartiere del centro abitato di Sassari, venne realizzata nel 1295 all’esterno dell'antica cinta muraria, per l'approvvigionamento idrico della città, che avveniva attraverso l’impiego di una squadra di acquaioli che dalla fonte trasportavano sui loro asini, decine e decine di barili colmi d’acqua, fino alle abitazioni.
L’opera monumentale realizzata secondo i canoni stilistici tipici del Tardo-Rinascimento e del Manierismo, deve il suo attuale aspetto architettonico ai lavori di rifacimento eseguiti nel primo decennio del XVII secolo.
Utilizzata altresì dalle massaie per il lavaggio degli indumenti, la fontana fu decritta nel 1849, dall’inglese John Warre Tyndale, come un sistema di approvvigionamento sconveniente, perché gli abitanti, e i turisti più delle volte venivano bloccati a ridosso degli ingressi delle abitazioni, da uomini, asini, e barili.
Il monumento ricco di elementi che simboleggiano il fluire del tempo, in particolare le dodici bocche da cui sgorga l’acqua, e le quattro statue raffiguranti le stagioni, si sviluppa su un impianto rettangolare contraddistinto da due corpi a serbatoio di marmo bianco e grigio, di cui quello inferiore presenta su tre lati un iscrizione dedicatoria che testimonia i lavori di rifacimento eseguiti tra il 1605 e il 1605, per volere del sovrano Filippo III, mentre sul quarto fianco reca una decorazione a fogliame.
Lo splendido blocco di marmo inferiore accoglie gli otto maschere leonine, di cui tre sui lati maggiori, e due su quelli minori, e le quattro statue angolari raffiguranti le Stagioni, in corrispondenza delle quali sgorga copiosa altra acqua; quest’ultime vennero aggiunte nel 1828, in sostituzione delle precedenti, andate distrutte durante i moti antifeudali del 1795.
Peculiari anche le sei torri quadrangolari, di cui quelle al centro dei lati lunghi, sono decorate dallo stemma aragonese, che si ripetono nel sovrastante blocco di marmo.
Alla sommità della fontana svettano due arcate incrociate, alla cui sommità si erge la statua di San Gavino, copia dell'originale, mentre al di sotto si trova la statua raffigurante un dio fluviale sdraiato.
La fontana del Rosello oltre ad essere annoverata tra le fontane più importanti d’Italia, alle quali nel 1975 Eros Donnini dedicò per le Poste Italiane una raccolta di francobolli, venne dipinta da Giovanni Bilevelt nell'opera dedicata all’Incoronazione della Vergine, custodita nell'altare del transetto destro dell’odierna chiesa di Santa Caterina.

 
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