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Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani   
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La chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani situata in piazza Lepanto a Messina, fu costruita in epoca normanna tra il 1150 ed il 1200 sui resti di un preesistente tempio dedicato a Nettuno, e deve il suo nome all’omonima Confraternita dei mercanti catalani che ivi stabilì la sua sede a partire dagli ultimi anni del XV secolo.
Nel 1271 ospitò temporaneamente i padri domenicani, dopodiché divenne sede della Cappella Reale, e prima di essere ceduta al Senato di Messina, fu adibita ad ospizio di trovatelli.
Gioiello d’arte arabo-normanna, il sacro edificio deve il suo attuale aspetto ai lavori di restauro eseguiti tra il 1926 e il 1932 su progetto dell’architetto Francesco Valenti, e tra il 1978 e il 1979 necessari per ripristinare gli ingenti danni causati dai terremoti e dalle bombe lanciate durante la Seconda Guerra Mondiale, e conferire nuovamente alla struttura il suo originario aspetto; dell’antico edificio religioso si conserva la parte absidale, col transetto sormontato da una cupoletta con tamburo cilindrico ad arcate cieche retta da strette colonne, e infine strette finestre decorate da motivi geometrici.
Dal 1992, la chiesa ospita di nuovo la sede dell'Arciconfraternita della Santissima Annunziata dei Catalani, che, dopo un lungo periodo di inoperosità, è tornata a rivivere con programmi ed entusiastica partecipazione alla vita religiosa.
Esternamente il sacro edificio è rivestito da una peculiare decorazione frutto dell’utilizzo della pietra bicolore, come si può ammirare nell'elegante corpo dei loggiati ciechi, ricco di colonnine, che copre l'abside maggiore e si ripete sulla piccola torre della cupola, impreziosita anche da due finestre bifore, una per ciascun lato.
La facciata principale accoglie tre porte, di cui quella centrale è sovrastata da uno stemma aragonese a forma di rombo, mentre le due porte laterali, a differenza della terza sono architravate.
L’interno della chiesa presenta un impianto a croce latina diviso in tre navate con altrettante absidi, separate da slanciate colonne sulle quali si innestano archi a tutto sesto sollevati da piedritti, di cui quella centrale è coperta da volte a botte, mentre le navate laterali sono sovrastate da volte a crociera.
Da ammirare nella navata di centro le finestre collocate nella parte alta dell'estradosso delle arcate
dei due colonnati, e l’arco che la separa dal presbiterio in cui si celebra il rito religioso, dove si erge la cupola con tamburo sul quale si aprono le finestre che illuminano l'abside centrale che si incurva dietro l'altare.
Da non perdere la visita alla cripta sotterranea situata in corrispondenza del settore absidale che la tradizione vuole sia stata edificata sui resti di un preesistente tempio classico dedicato a Nettuno.
L’antico ambiente sacro si compone di una camera rettangolare coperta da una volta a botte a sesto ribassato, sulle cui pareti si aprono quattordici nicchie ad arco con sedili incassati contenenti i colatoi, utilizzati per la decomposizione dei corpi dei defunti, che una volta spogliati venivano fatti sedere sui questi vasi di terracotta forati alla base, al cui interno scorrevano i relativi liquidi; una volta essiccati e mummificati, i cadaveri venivano rivestiti e deposti nell'adiacente camera mortuaria, comunicante con la cripta tramite un corridoio, che si sviluppa in corrispondenza della navata centrale della chiesa superiore.
Da ammirare un altare parallelepipedo sormontato da una Croce graffita sulla parete, e due lastre aggettanti in cotto che servivano da appoggio per i lumi.

 
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