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Forte Gonzaga di Messina   
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Il forte Gonzaga situato sul colle del Tirone ad ovest di Messina, fu costruito tra il 1537 e il 1545 per volere dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, al fine di sorvegliare l'accesso alla città dai Monti Peloritani attraverso la valle della fiumara di Camaro, ed osservare l’intero Stretto di Messina, facilmente esposto alle operazioni espansionistiche dell'impero Ottomano.
La poderosa e rude fortezza, dopo la partenza di Carlo V, fu affidata al Vicerè di Sicilia, Don Ferrante Gonzaga, figlio del marchese di Mantova Gian Francesco e di Isabella d'Este, al quale si devono i lavori di restaurazione e fortificazione della struttura, su progetto dell’architetto militare Antonio Ferramolino coadiuvato da Francesco Maurolico.
Il castello ha un impianto stellare irregolare circondato da un fossato, caratterizzato da mura più basse e inclinate, per meglio assorbire il tiro quasi orizzontale delle artiglierie del tempo, con sei bastioni a pianta pentagonale, di cui quattro ad angolo molto acuto per offrire un fronte meno diretto al tiro nemico.
La porta d’ingresso architravata priva di decorazione rinforzata lateralmente da postazioni di fucileria, e sovrastata da una finestra con architrave, al di sopra della quale si aprono due fori circolari dai quali scorrevano le catene che azionavano il ponte levatoio.
Oltrepassato l’ingresso si aprono una serie di stanze di cui quella più piccola per dimensioni presenta uno stretto corridoio, al termine del quale vi sono gli imbocchi di due gallerie strette e basse coperte da soffitti a botte, che occupano tutto il perimetro delle mura.
Al centro del corpo principale si noti una scala che conduce al primo piano del castello caratterizzato da numerose stanze con soffitti a botte, di cui due presentano anche balconi a mensole, mentre una terza immette su un piano esterno contraddistinto da una scalinata che permette di raggiungere il terrazzo.
Qui è ospitata una piccola cappella settecentesca con impianto ad una sola navata, dove si possono ammirare esternamente, i resti del portale originale ad arco, sormontato da una finestra ovale affiancata da una targa marmorea risalente al 1753 attraverso la quale il Viceré Laviefuille rende noto che la chiesetta non gode del diritto di asilo.
Segue una scala che conduce al terrazzo superiore impreziosito da due torrette di guardia angolari.
In ogni caso la fortezza che noi tutti oggi possiamo ammirare conserva tutt’ora le forme architettoniche originarie eccetto quale elemento frutto dei lavori di ristrutturazione eseguiti nel Settecento, nell’Ottocento, e nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Fino al 1973, il forte fu occupato dall'Esercito Italiano; oggi, mentre, è di proprietà del comune di Messina.

 
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