Il porto di Messina considerato il più importante del Mediterraneo, e il primo in Italia nel settore dei trasporti, si apre sulla sponda occidentale dell’omonimo stretto siciliano, e presenta un'ampia insenatura che circoscrive una superficie portuale di circa 820.000 mq., sulla quale si affaccia il centro storico della città.
L'ansa portuale a forma di falce, orientata a nord-ovest si estende tra il Forte San Salvatore e la sede operativa della capitaneria di Porto, e comprende una serie di banchine, fornite di gru, fisse e mobili, alcune delle quali sono anche dotate di binari per i collegamenti ferroviari adempiuti dalla Stazione di Messina Marittima, contigua alla Stazione di Messina Centrale, al contrario il molo Norimberga è destinato all'attracco delle navi dell' "Autostrada del mare" per Salerno.
Oltre allo svolgimento delle normali attività di trasposto, il porto di Messina ospita anche cantieri di cui alcuni privati ed altri pubblici appartenenti all'Arsenale di Messina, dipendente dall'Agenzia Industrie Difesa del Ministero della Difesa, che svolgono attività di costruzione e riparazioni di imbarcazioni anche di grossa portata.
Il porto di Messina da sempre ubicato su una rotta essenziale per il commercio, divenne sotto il dominio dei Romani, il principale dell'isola e il solo a ricevere privilegi nel settore marittimo e commerciale.
Breve periodo di stasi si ebbe durante le dominazioni dei Bizantini e degli Arabi, terminato con l’avvento dei Normanni, e in particolare con l’intervento del conte Ruggero, al quale si deve la rivalutazione del porto e delle sue attività.
A questo periodo risale anche l’istituzione a Messina della sede del Consolato del Mare, tribunale composto da consoli eletti da mercanti e navigiorum primates, che avevano il compito di emanare norme ed ordinanze per la regolamentazione dei rapporti tra i commercianti; a ciò si aggiunse la realizzazione di un nuovo arsenale e della Darsena, nonché la nascita dell'istituzione di un Ammiragliato con giurisdizione sul porto.
Nel 1197, Enrico VI concesse ai messinesi di importare ed esportare liberamente tutte le merci, senza pagamento di alcun dazio (Porto Franco), ma naturalmente la situazione di privilegio inasprì i rapporti con le altre città siciliane, con la conseguenza che Palermo convinse gli spagnoli a ridurre i benefici concessi a Messina e al porto.
Seguì l’allontanamento degli spagnoli dalle terre siciliane per volere del Senato messinese, e l’alleanza nel 1674, con i francesi, terminata di lì a poco con il rientro degli spagnoli.
Durante il Regno dei Borboni la città tentò di riprendere i traffici e gli scambi commerciali che in passato l’avevano resa tanto florida.
Alla fine dell’Ottocento si procedette anche alla costruzione di edifici funzionali all'attività marittima, basti pensare al mercato coperto, ai magazzini generali e alla stazione dei traghetti. I
Seguì un periodo di contrazione dell’attività portuale, in seguito al sisma del 1908, conclusosi nel XX secolo con lo sviluppo di una significativa attività cantieristica e la realizzazione di una base navale della Marina Militare italiana e del relativo Arsenale.
Da ammirare all'ingresso del porto, l’antico torrione del forte San Salvatore risalente al 1546, sul quale intorno al 1934 è stata realizzata la stele a pianta ottagonale in cemento armato, rivestita in pietra di Trapani, al vertice della quale svetta la meravigliosa statua della Madonnina simbolo della città, in bronzo dorato, opera di Tore Calabrò.
L’opera monumentale eseguita su commissione dell'arcivescovo monsignore Angelo Paino, e su progetto dell'ingegnere Francesco Barbaro, venne inaugurata con una solenne cerimonia nel 1934, presieduta dal pontefice Pio XI, in occasione della quale fu mostrato a tutti il meccanismo di accensione delle luci che illuminarono la stele, l’aureola della Madonna, e l'iscrizione sul muraglione “Vos et ipsam civitatem benedicimus”.
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