Il santuario di Santa Maria di Montalto situato sul colle della Caperrina nella splendida città di Messina, deve il suo attuale aspetto ai lavori di ricostruzione eseguiti all’indomani del terremoto del 1908, cui seguì un secondo intervento di rifacimento in occasione del quale si procedette alla demolizione dell’abside rivolto ad oriente, in sostituzione del quale furono erette due torri campanarie e la cantoria prospettate in direzione della città; a queste trasformazioni si aggiunse anche l’abbattimento della facciata e alla realizzazione del transetto con abside, il tutto ad opera dell'architetto Francesco Valenti.
La leggenda popolare vuole che la chiesa sia stata edificata sulle fondamenta di un preesistente edificio sacro, eretto tra il 1286 e il 1295 sul sito dell’apparizione della Vergine ad un fraticello di nome Nicola, che subito dopo il miracoloso evento convocò sull'altura i capi della città e il popolo, e lì, a mezzogiorno, una bianca colomba scese dall'alto e, volteggiando segnò il perimetro della chiesa.
La chiesetta dalle piccole dimensioni con l'abside volta a oriente, fu dotata nel 1300 di un quadro della Madonna proveniente dall'oriente, restaurato negli anni Ottanta, e tutt’ora custodito sull'altare maggiore del Santuario.
Un ruolo importante nella realizzazione del sacro edificio ebbero l’allora Giunta Comunale che acquistò il terreno,e la Casa reale Aragonese che partecipò alla posa della prima pietra nella persona della Regina Costanza.
Distrutto dal terremoto del 1908, il santuario venne ricostruito per volere degli Arcivescovi Monsignore L.D'Arrigo, Monsignore A. Paino, e Monsignore F. Bruno, e nel 1946 affidato alle cure dei Padri Redentoristi.
Il prospetto principale rivolto verso il mare è inquadrato da due campanili a cuspide ed è impreziosito alla sommità da una statua marmorea della Madonna della Vittoria, realizzata per volere del senato, in ricordo della vittoria della flotta cristiana nella battaglia di Lepanto del 1571.
Ogni anno, nel giorno 12 giugno, durante la festa della Colomba, a mezzogiorno viene issato il labaro della Città di Messina nelle mani della Madonna, mentre si liberano uno stormo di colombi.
Peculiari anche le ventisette campane della chiesa, di cui cinque situate nel livello superiore della facciata principale, realizzate dalla fusione di una quantità di cannoni, tolti al nemico nella guerra, ad opera della ditta Colbacchini di Padova, ad eccezione di due campane risalenti al 1952.
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