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Teatro Vittorio Emanuele II di Messina   
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Il teatro Vittorio Emanuele II di Messina primo dei teatri ottocenteschi di Sicilia, sorge tra il Corso Garibaldi e il Corso Cavour, fu realizzato tra il 1842, anno in cui avvenne la posa della prima pietra, e il 1852, anno della sua inaugurazione con il melodramma il “Trionfo della Pace” di Antonio Laudamo, su commissione di Ferdinando II di Borbone, e su progetto dell’architetto Pietro Valente, che curò personalmente i lavori, insieme alla ditta appaltatrice Antonino Manganaro.
Edificato sul sito dove si ergeva il preesistente teatro della Munizione, eretto nella prima metà del Settecento in una sala dove si conservavano le armi e le munizioni, il teatro originariamente fu dedicato a Santa Elisabetta, in omaggio a Maria Isabella di Spagna, madre di Ferdinando II, ma dal settembre 1860, con l'annessione al Regno d'Italia, la denominazione fu mutata in Vittorio Emanuele II, e festeggiata nella stessa struttura affollatissima, con un canto del poeta Vincenzo D'Amore interpretato dall'artista Rosaspina.
Danneggiato dal terremoto del 1908, è stato necessario intervenire sulla struttura con un accurato restauro portato a termine nel 1980, che ha interessato esclusivamente l'interno, lasciando la parte esterna al suo originario aspetto contraddistinto da un corpo avanzato caratterizzato al piano terra da un portico d'ingresso a tre archi a tutto sesto, i cui pilastri sono decorati da colonne con capitelli di ordine ionico, alla cui sommità svetta il gruppo marmoreo raffigurante il “Tempo che scopre la Verità e Messina che incantata dalla luce di essa tende per abbracciarla”, opera dello scultore Saro Zagari.
Il progetto di ricostruzione ha rispettato quasi del tutto i locali sociali della parte anteriore ampliando però la larghezza della sala a scapito degli ambienti laterali, ed ha proposto un teatro composto da una platea, due ordini di palchi e due gallerie.

 
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