La catacomba paleocristiana di Porta D'Ossuna così chiamata in onore del vicerè Pietro Giron, duca di d'Ossuna, al quale si deve la sua apertura nel 1613.
Scavato nel banco roccioso nei pressi del bacino del fiume Papireto, il cimitero sotterraneo è accessibile dall’ingresso principale situato in corso Alberto Amedeo, preceduto da un vestibolo circolare realizzato nel 1785 per volere di Ferdinando I di Borbone.
Una serie di gallerie orientate in senso nord-sud e collegate da un asse principale est-ovest, caratterizzano la catacomba di Porta d’Ossuna dove riposano numerosi cadaveri ospitati negli altrettanti arcosoli polìsomi, ossia nelle tipiche sepolture incassate in nicchie, con apertura ad arco.
Agli incroci delle gallerie si aprono cinque lucernari rivolti all’esterno che consentono non solo l'aerazione del cimitero, ma anche l'illuminazione degli ambienti.
I corpi dei defunti sono conservati anche all’interno di vere e proprie camere da letto denominate cubicoli, con impianto quadrangolare, e pareti occupate da tre arcosoli.
Allo stato attuale non è semplice comprendere l'entità delle decorazioni originarie, poiché le pareti sono state imbiancate quando il monumento venne utilizzato come Ricovero durante la Seconda Guerra Mondiale.
Gli scavi archeologici condotti nella catacomba ne collocano le origini nel periodo compre tra il IV e il V secolo d.C. .
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