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Catacombe dei Cappuccini di Palermo   
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Le catacombe dei Cappuccini appartenenti al complesso monastico edificato nel 1565 dall’omonimo ordine religioso, sono un cimitero sotterraneo caratterizzato da lunghe gallerie scavate nel tufo, dove riposano i corpi di circa ottomila defunti imbalsamati.
La chiesa dedicata a Santa Maria della Pace, è conosciuta come chiesa dei Cappuccini, fu costruita sul sito dove si ergeva un preesistente edificio di origini normanne, ma deve il suo attuale aspetto architettonico al lavori di ristrutturazione eseguiti nel 1618 su commissione di Don Ottavio d’Aragona.
Dell’antica cappella in stile arabo-normanno si conservano alcuni elementi quali: due finestre di forma ogivale e una finestrella a feritoia sul lato sud.
L’edificio religioso ha internamente un impianto diviso in tre navate impreziosite da opere artistiche e monumenti funebri.
La prima sepoltura fu realizzata lungo il lato meridionale della chiesa e consisteva in una fossa, ben presto insufficiente a contenere il sempre più crescente numero di corpi; seguirono così i lavori di costruzione di una seconda fossa alle spalle dell’altare maggiore.
Nel 1601, dato il gran numero di richieste provenienti soprattutto da famiglie nobili, i frati decisero di ampliare la sepoltura, comprendendo in ultimo una società intera che visse dal XVII al XIX secolo.
Il metodo utilizzato dai cappuccini per la conservazione dei cadaveri, secondo quanto riportato dallo scrittore Gastone Carlo, aveva inizio con la deposizione dei corpi all’interno di stanze per un periodo di circa un anno, al fine di mantenerli nella loro interezza; seguiva un secondo periodo di circa otto mesi, durante il quale i corpi venivano introdotti in una stanza, chiusa ermeticamente, ed adagiati sopra una grata fatta di tubi di terracotta.
Dopodiché i defunti venivano trasportati in un ambiente ventilato, coperto con tettoia, dove si procedeva al lavaggio del corpo con acqua ed aceto, alla vestizione, e infine alla collocazione nelle casse di legno o nelle nicchie lungo i corridoi.
In periodi di gravi epidemie, per la conservazione, si usava immergere i cadaveri in un bagno di arsenico o di latte di calce oppure venivano impiegati dei farmaci.
Oltrepassato l’ingresso, il visitatore si troverà di fronte ad una situazione alquanto inusuale, ed inquietante, ma allo stesso tempo ricca di fascino ed umanità, proprio come per i cadaveri e gli scheletri della cripta.
I corpi mummificati, dalle espressioni e posture contorte, vestiti di tutto punto, appesi alle pareti, entro nicchie o sdraiati ed addossati al muro, sono protetti semplicemente da una griglia che ne aumenta l'aspetto macabro.
Sconvolgente è il corpo esanime di una bimba di due anni morta nel 1920, completamente intatto, grazie ad una serie di iniezioni chimiche sembrare addormentata, che sembra dormire placidamente.







 
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