Il loggiato San Bartolomeo situato in corso Vittorio Emanuele a Palermo, è ciò che resta dell’omonimo ospedale edificato nella prima metà del XIV secolo, ad opera della Confraternita di San Bartolomeo, come luogo di ricovero dei malati incurabili.
L’ospedale era collegato all’attigua chiesa di San Nicolò alla Kalsa, mediante una porta che consentiva ai cappellani di recarvisi per dare conforto e/o portare i sacramenti agli infermi.
Al 1581 risale la realizzazione dell’ultimo tratto del Cassaro, e il conseguente distaccamento dell’ospedale dalla chiesa, demolita a seguito degli ingenti danni causati dal terremoto del 1823.
Nei primi anni del Settecento alcuni locali dell’ospedale furono ceduti per allestire un ospedale militare, e ciò comportò la sopraelevazione di alcune strutture murarie, mentre nel 1826, per volere di Francesco I, la struttura fu adibita a conservatorio per gli infanti esposti, subendo una radicale trasformazione sia interna che esterna.
Nel 1907 una parte dell’edificio fu destinata ad ospitare gli emigranti in attesa di raggiungere le terre d’America.
In seguito ai bombardamenti del 9 maggio 1943 dell’antico ospedale rimane soltanto il seicentesco loggiato a due ordini, con prospetto sul Foro Italico, scandito da lesene che inquadrano, al primo ordine, archi a tutto sesto ed al secondo, archi dal profilo sinuoso: a coronamento una elegante balaustra traforata che ritaglia spicchi di cielo.
Attualmente, il monumento accoglie al secondo e al terzo piano, ampi saloni destinati ad accogliere eventi d’arte, mentre il piano terra e il piano ammezzato sono adibiti a spazi per mostre.
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