Il palazzo Chiaramonte, detto lo Steri, termine che deriva dal latino "Hosterium", che significa palazzo fortificato, situato in Piazza Marina a Palermo, venne edificato intorno al 1320 su commissione di Menfredi I Chiaramonte, conte del feudo di Modica, ma nel 1392 con l'arrivo dei re aragonesi, si concluse tragicamente la vicenda politica dei Chiaramonte, con la decapitazione dell’ultimo membro della famiglia.
Dagli inizi del XV secolo al 1517 l’edificio divenne la residenza dei Viceré spagnoli, ai quali si deve la realizzazione di una scala esterna utile per raggiungere direttamente la sala del primo piano, poi accolse la sede della Regia Dogana, e, dal 1601 al 1782, ospitò il tribunale dell’Inquisizione.
Al 1623 risalgono i lavori di costruzione di un nuovo corpo di fabbrica, noto come Carceri della Penitenza, utilizzato per trattenere i prigionieri della Inquisizione.
Dal 1958 palazzo Steri ospita la sede del Rettorato dell'Università degli Studi di Palermo.
L’edificio con impianto quadrato sviluppato intorno ad un cortile centrale, si eleva su tre piani, di cui il terzo fu aggiunto intorno alla seconda metà del 1300.
I prospetti presentano lungo la parte inferiore un alto basamento chiuso e lavorato a bugne, mentre in corrispondenza dei piani superiori sono disposte una serie di finestre a bifora impostate su esili colonnine, terminanti con archetti decorati da fasce bicrome, o da ghiere a bastoni disposti a zig-zag.
Una fascia con motivi floreali si sviluppa al di sopra degli archi, ed unisce le varie finestre, mentre altre fasce orizzontali impreziosiscono il bordo inferiore delle stesse e separano i vari piani dell'edificio.
Oltrepassato l'ingresso principale situato lungo il prospetto meridionale del palazzo, si accede al cortile porticato.
Le sale al piano terra ospitano mostre temporanee, mentre due sale dei piani superiori accolgono l'Aula Magna situata al primo piano, e la Sala delle Capriate al secondo piano sede di conferenze ed importanti avvenimenti culturali.
La sala Magna, denominata anche sala dei Baroni, è impreziosita da un soffitto ligneo dipinto nel 1377 dai pittori Dareneu di Palermo, Cecco di Naro e Simone da Corleone, da una sequenza di scene raffiguranti avventure cavalleresche e cicli dei romanzi cortesi.
Da non perdere la visita alle prigioni del palazzo dove per quasi due secoli furono tenuti prigionieri migliaia di uomini e donne, tra ebrei o semplici sospettati di aver tenuto comportamenti contrari alle regole imposte dagli uomini dell'Inquisizione.
Tra queste mura è nato un polo museale, comprendente tre delle celle al piano terra, che ospitavano le recluse, dove sono venuti alla luce graffiti e messaggi delle prigioniere accusate di stregoneria.
A questi si aggiunge un dipinto che raffigura la prua di una nave e un inquisitore con il campanaccio in mano.
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