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Palazzo dei Normanni di Palermo   
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Il palazzo dei Normanni sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, situato su un'altura della città di Palermo, fu edificato già sotto gli Arabi, intorno a IX secolo, ma deve il suo attuale aspetto alle trasformazioni apportate dai Normanni, e in particolare durante il regno di Ruggero II, al termine delle quali la struttura divenne un vero e proprio centro polifunzionale, simbolo del potere della monarchia, arricchita anche da una cappella interna, dedicata a San Pietro eretta nel 1132.
I lavori di trasformazione del palazzo furono portati avanti da Guglielmo I, e Guglielmo II, successori di Ruggero II, ai quali si deve la costruzione di un sistema di torri tra loro collegate mediante camminamenti, nonché la realizzazione di numerosi ambienti utili per ospitare una corte cosmopolita, di una Zecca, e di un opificio per la manifattura di stoffe preziose.
Dopo la morte di Federico II, e il conseguente tramonto della casata Sveva, il palazzo assunse un ruolo marginale nella vita politica della città, diventando esclusivamente una struttura di difesa; situazione determinata dalla decisione degli Angioini prima, e degli Aragonesi dopo, di lasciare il palazzo Reale per trasferirsi in altri edifici residenziali.
La fase di abbandono si arrestò nella seconda metà del XVI secolo con l’ascesa al potere dei viceré spagnoli, e in particolare l’arrivo in Sicilia, nel 1536 del vicerè Gonzaga, committente delle opere di potenziamento dell'intero sistema difensivo della città, nonché dei lavori di rifacimento del Palazzo dei Normanni, scelto come luogo per la vita del sovrano e della sua corte.
Al 1553 risale la demolizione per motivi strategici, della Torre Rossa risalente al periodo normanno, mentre al 1560 si colloca la costruzione di un bastione rivolto ad occidente, cui segì nello stesso periodo la edificazione di un corpo di guardia compreso tra la Torre Pisana e la Torre Greca, che a sua volta nel 1567 fu in parte distrutta al fine di ricavarne grandi ambienti.
Tra il 1569 e il 1571 furono eseguiti i lavori di realizzazione di un corpo di fabbrica in sostituzione alle strutture normanne del lato occidentale, che si leva su tre piani, di cui un seminterrato, un primo piano rivolto sul cortile della Fontana, e un terzo livello che avrebbe ospitato le sedute del Parlamento della Sicilia, convocati periodicamente dai Sovrani spagnoli.
A questo periodo risale anche la costruzione dei loggiati del Cortile della Fontana, nonché nel 1580 la edificazione su commissione del vicerè Marcantonio Colonna, di un corridoio scoperto destinato a collegare il Palazzo alla Porta Nuova.
Tra il 1599 e il 1601 si procedette alla realizzazione del cortile Maqueda così chiamata in onore dell’omonimo vicerè, che ne commissionò la costruzione, cui seguì la edificazione dello scalone d'onore destinato a collegare i tre livelli dei loggiati.
Ulteriori interventi di trasformazione della struttura si avranno con l’arrivo dei Borboni; in particolare nel 1790, Ferdinando IV commissionò i lavori di realizzazione di un Osservatorio astronomico ospitato nelle sale della Torre Pisana, e tutt’ora funzionante.
Nel 1811 si procedette alla decorazione delle pareti e della volta della Sala del Parlamento, con immagini che raffigurano le fatiche dell'eroe mitologico, Ercole.
Durante l'Unità d'Italia, il palazzo accolse anche gli uffici ministeriali, mentre dal 1947 ad oggi, ospita la sede dell'Assemblea regionale siciliana.
Oltrepassato il fornice d’ingresso impreziosito dalla raffigurazione di alcuni dei momenti più importanti della storia del monumento, ossia la Traccia della fortezza araba, la Torre Greca, l'intervento Rinascimentale, si accede al cortile "Maqueda", realizzato verso la fine del XVI secolo, sovrastato da un loggiato su tre ordini, di cui il primo accoglie le sedi dei gruppi parlamentari. La Scala Prefettizia ci consente di raggiungere il piano delle Commissioni Legislative, caratterizzato da uno stretto corridoio, sul cui lato destro si aprono i saloni dove vengono discussi e approvati i disegni di legge.
Salendo la Scala Bianca, si accede al piano Parlamentare, le cui sale ospitano gli uffici del Consiglio di Presidenza, seguito da un lungo corridoio dove si aprono le sale: Bianca, oggi sala Stampa; Rossa, sede della Conferenza dei Capi gruppo; Gialla; e Verde.
Da qui è possibile raggiungere la Torre dei Venti, con soffitto recante la raffigurazione della Rosa Dei Venti; e la Sala di Ruggero decorata da mosaici risalenti al XII secolo, e impreziosita da una volta affrescata con la rappresentazione dell’Aquila Sveva, risalente all'epoca di Federico II.
La parte superiore della sala è rivestita da tessere raffiguranti una scena di caccia, una lotta fra centauri ed animali affrontati ai lati di alberi e palmizi.
Dalla sala di Ruggero si passa agli appartamenti della Regina, dove si aprono la Sala Cinese, decorata da Giovanni Patricolo, la Sala Pompeiana, opera di Giuseppe Pataria, la sala della Lettura, e la sala degli ex-presidenti dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Da non perdere la visita alla preziosa Cappella Palatina, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, e costruita tra il 1130 e il 1143, per volere di Ruggero II.
L’edificio religioso presenta internamente un impianto basilicale a tre navate, separate da colonne di spoglio con capitelli compositi, su cui si innestano archi ad ogive, il tutto coperto da una cupola interamente rivestita da splendidi mosaici bizantini, che raffigurano Cristo Pantocratore benedicente, gli Evangelisti, e diverse scene bibliche.

 
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