Il santuario di Cappiddazzu che in lingua siciliana significa “cappello largo” , situato a poca distanza dalla Porta Nord dell’isola di Mozia, si ipotizza sia stato edificato in quattro diversi periodi.
La prima fase costruttiva risalente agli inizi del VII secolo a.C. vede la realizzazione di una serie di fosse scavate nella roccia, disposte all'interno di una fossa più grande, dove sono state riportate alla luce ossa di ovini e bovini, utilizzate probabilmente per i sacrifici.
Segue una seconda fase dei lavori collocabile intorno alla seconda metà del VII secolo a.C., alla quale risale la costruzione di un primo edificio con muretti in pietrame grezzo, affiancato da un pozzo.
Al terzo periodo risalente al V secolo a.C. sono riferibili frammenti architettonici di capitelli d'anta a gola egizia relativi ad un edificio in pietra che si pensa sia stato distrutto durante l'assedio del 397 a.C., mentre le rovine che noi tutti oggi possiamo ammirare risalgono al IV secolo a.C., e appartengono ad un edificio a pianta tripartita, inserito in un ampio recinto.
Davanti all'edificio si conserva una struttura caratterizzata da una lastra di pietra rettangolare con un grosso foro al centro e due semifori ai lati, posta entro un recinto dove si ipotizza vi fossero tre betili conici.
Si possono, inoltre, ammirare i resti di una cisterna ovale e tracce di intonaci e pavimenti.
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