Il tophet di Mozia situato sulla costa settentrionale dell’isola siciliana, è un santuario a cielo aperto, dove venivano deposti e sepolti ritualmente i resti combusti dei bambini sacrificati in nome del dio Baal Hammon.
Noto anche come luogo dove i fanciulli erano "passati per il fuoco”, il tophet fu frequentato sin dalle origini dell'insediamento ossia dal VII secolo a.C., fino a dopo l'assedio siracusano, avvenuto nel III secolo a.C. .
Originariamente le urne di ceramica venivano sovrapposte su un banco di roccia naturale, in perfetto anonimato, senza che queste fossero sormontate da una stele indicante le generalità del defunto, e solo sporadicamente venivano ricoperte da tumuli di pietre.
In questa prima fase, il santuario era delimitato da muri di recinzione, e un pozzo circolare era presente sul limite nord dell'area.
Alla seconda metà del VI secolo a.C. risalgono i lavori di ristrutturazione dell’area sacra, in occasione dei quali si procedette alla costruzione di terrazzamenti verso est, e alla realizzazione verso ovest di un piccolo tempio rettangolare con altare.
Naturalmente le urne erano molte di più rispetto alle precedenti, nonché facilmente individuabili grazie alla presenza di lastre funerarie con iscrizioni e raffigurazioni simboliche o antropomorfe.
A seguito dell’assedio da parte dei siracusani e la conseguente distruzione dell’antica città fenicia, il santuario venne utilizzato come deposito di vasi in terracotta, nonché lungo il lato est e ovest furono realizzati dei camminamenti in acciottolato.
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