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Dammuso di Pantelleria
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Dammuso di Pantelleria   
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Il “dammuso” è un’antica abitazione tipica dell’isola di Pantelleria, introdotta nel periodo della dominazione araba ossia tra il VI e il VII secolo d.C. , come attesta la stessa etimologia che in arabo significa “costruire a volta”.
I primi esempi di questa peculiare abitazione erano in pietra lavica locale, di forma quadrata con intonaci esterni tinteggiati color pastello o semplicemente imbiancati, e mura spesse di circa 2 metri.
Con l’introduzione della pietra tagliata e della calce, lo spessore dei muri si ridusse a 40 centimetri, nonché le pietre vennero unite tra loro con la calce e la terra, e i muri esterni, dapprima inclinati, vennero edificati a piombo.
La forma a cupola, oltre a rendere il tetto più sicuro in quanto ad infiltrazioni d'acqua, consentiva di canalizzare la pioggia dentro le cisterne e quindi di creare riserve d'acqua.
Un viottolo erboso precede l’ingresso al dammuso, ed accoglie una terrazza realizzata direttamente sul pavimento di coccio, dotata di sedili in pietra mattonati, dove si aprono due archi a tutto sesto di un ambiente con tre porte, due frontali ed una a sinistra che consente di accedere alla cucina con pareti rivestite di mattonelle di maiolica, occupata da un forno, e affiancata da un magazzino per il deposito delle derrate alimentari.
Oltrepassata la cucina si accede alla sala, un ambiente spazioso e illuminato a giorno, cui segue l'”arkova", un piccolo nido d’amore dov’è sistemato esclusivamente il letto matrimoniale, affiancato da una seconda stanza da letto.
Il dammuso era privo di bagno, per cui i bisogni fisiologici, nelle ore notturne si nel catino, mentre nelle ore diurne ci si recava sotto un albero.
Accanto all’abitazione si ergevano anche delle piccole costruzioni dai muri a secco e dal soffitto a volta, dove vivevano gli animali, nonché l'aia di forma circolare, con al centro un palo di legno intorno al quale veniva legato l'asino bendato per la trebbiatura, e un’area rettangolare delimitata da un alto muro a secco dove vengono ancora oggi messi ad essiccare i grappoli di zibibbo, necessari per la produzione del passito di Pantelleria.
La porta d’ingresso al dammuso è sovrastata da un piccolo ripostiglio utilizzato per riporre cibo o arnesi.

 
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