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Abbazia di Santa Maria di Lucedio

L'Abbazia di Santa Maria di Lucedio fu edificata come struttura fortificata nel primo quarto del XII secolo ad opera di alcuni monaci cistercensi provenienti da un monastero presso Borgogna. Durante il medioevo, l'abbazia ebbe un ruolo importante nella storia del Marchesato del Monferrato, non a caso molti marchesi si fecero seppellire proprio tra queste mura. Nel 1457, per volere del papa Callisto III, il monastero cessò di essere di pertinenza diretta dell'ordine cistercense, divenendo Commenda, controllata dal patronato dei Paleologi, marchesi del Monferrato. Seguirono nel possesso dell'abbazia i Gonzaga e nel 1707 i Savoia.
Nel 1784 il monastero venne secolarizzato e le sue grange divennero parte della Commenda Magistrale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Nel 1792 il possesso passò al duca Vittorio Emanuele I di Savoia, cui seguì Napoleone Bonaparte.
Caduto Napoleone, il monastero fu conteso tra Camillo Borghese ed i Savoia risolvendosi nella divisione dello stesso in lotti; la parte comprendente il complesso abbaziale di Lucedio passò sotto il controllo del Marchese Giovanni Gozzani di San Giorgio che nel 1861 lo cedette al duca genovese Raffaele de Ferrari di Galliera, che grazie ai Savoia ebbe il diritto di potersi chiamare Principe.
Da qui la nascita del Principato di Lucedio che oggi è stato trasformato in una grande azienda agricola.
Del monastero medievale permangono: il campanile a pianta ottagonale in stile gotico lombardo; il chiostro; l'aula capitolare caratterizzata da colonne in pietra e capitelli ed il refettorio con volte a vela sorrette da colonne.
L'antica chiesa abbaziale, data la sua pericolosità, fu abbattuta lasciando il posto ad una nuova chiesa in stile barocco risalente al periodo compreso tra il 1767 e il 1770.