Grotta Scaloria
La grotta Scaloria situata nell’omonima contrada a nord di Manfredonia, venne scoperta nel 1932 durante i lavori di realizzazione dell'acquedotto Manfredonia – Monte Sant’ Angelo.
Gli scavi hanno consentito il recupero di ingente materiale ceramico appartenente a varie fasi del Neolitico, nonché i resti di un cerimoniale religioso collegato al culto delle acque, ivi praticato intorno alla metà del IV millennio a.C. .
All’interno della grotta, nel corso delle esplorazioni, sono stati rinvenuti numerosi vasi preistorici distribuiti in varie parti dell'impervia galleria, la cui parte finale accoglieva una vaschetta rettangolare che raccoglieva le acque di stillicidio della volta soprastante, e un ampio focolare con resti di pasto composti da ossa di animali semicombusti.
I vasi riportati alla luce appartengono alla classe più nobile della ceramica prodotta nell'epoca, e sono decorati con motivi a bande rosse e motivi in nero.
Durante i lavori di scavo venne trovato, nella parte terminale della grotta, uno scheletro umano in posizione seduta con le gambe stese, di cui una presentava una frattura di tipo traumatico, dovuta quasi sicuramente ad un incidente durante la risalita della grotta.
Al 1978 risale il ritrovamento di un cranio e di altre ossa umane in un anfratto, in prossimità del nucleo della vaschetta rettangolare.