Torre di Manfria
La torre di Manfria situata sul territorio dell’omonima frazione di Gela, sorge su una collina nota per la sua visuale sul golfo della meravigliosa città siciliana, fu costruita tra il 1554 e il 1615 al fine di difendere il territorio dalle frequenti incursioni da parte dei corsari africani, e dei nemici.
I lavori iniziati per volere del Vicerè Giovanni De Vega, e portati a termine sotto il regno del Viceré di Sicilia, Pedro Tellez Giron y Guzman,Duca di Ossuna, condussero alla realizzazione di una complesso sistema di difesa comprendente anche altre torri dislocate lungo il litorale siciliano, al quale la torre Manfria apparteneva.
Eretta su progetto dell’architetto Camillo Camilliani, la struttura fortificata alta ben 15 metri di altezza presenta un’architettura regolare di forma quadrata con basamento parallelepipedo fortemente scarpato sul quale si innesta un blocco strutturale troco piramide a sua volta sovrastato da un blocco chiuso con tetto a due falde.
Originariamente, la struttura si innalzava su due piani, di cui il pianoterra serviva come deposito di acqua, legna, munizioni, polvere da sparo e palle di cannone, mentre il primo piano era utilizzato dai soldati come alloggio; nonché alla sommità si apriva un ampio terrazzo dotato di parapetti, tettoia e due balconate, sorrette da mensoloni di arenaria, sul quale trovavano posto due cannoni.
La struttura fortificata anticamente, era accessibile dal primo piano mediante una scala di legno oppure una corda retrattili; al 1805 risale la costruzione della scala in muratura a due rampe, e del secondo piano.
I quattro soldati che abitavano la torre di Manfria, detta anche di Ossana o Ossuna, che nel corso della giornata e della notte sorvegliavano la zona limitrofa e qualora si fossero accorti di un imminente arrivo dei barbareschi inviavano il segnale di pericolo alla torre di Falconara, a Ovest, ed al campanile della chiesa di Santa Maria de’ Platea, ad Est; i soldati di quest’ultime postazioni trasmettevano a loro volta il segnale alla torre di Camarana, ad Est e ai porti dove sostavano le flotte navali pronte alla guerra.
Gli avvisi, inoltre, erano destinate agli abitanti della città e della campagna tramite torri secondarie come quelle dell’Insegna e del convento dei Padri Cappuccini.
Il monumento sottoposto nel corso degli anni a continui interventi di ristrutturazione e restauro, si pensi all’impianto di illuminazione distrutto dalla forza vandalica, si presenta oggi agli occhi del visitatore, in uno stato di abbandono nonché in precarie condizioni statiche.