Area Archeologica di Morgantina
L’area archeologica di Morgantina situata nel territorio del comune di Aidone in provincia di Enna, comprende numerosi resti appartenuti a questa antica città greca collocabili storicamente tra la metà del V e la fine del I secolo a.C. .
Portato in parte alla luce nell'autunno del 1955 grazie al lavoro degli archeologi statunitensi Erik Sjoqvist e Richard Stillwell dell'Università di Princeton, il sito fu occupato sin dalla preistoria in particolare dall’età del bronzo da immigrati provenienti dall’Italia meridionale, ai quali si deve la realizzazione del primo abitato cittadino.
La città di Morgantina nonostante avesse vissuto per un lungo periodo di tempo un meraviglioso periodo di splendore, si ritrovò a partire dal 211 a.C. a vivere un periodo di declino conclusosi con il definitivo abbandono dell’insediamento urbano, a causa dell’alleanza durante le guerre puniche, della popolazione locale con i Cartaginesi, provocando in definitiva una rivolta da parte dei Romani. Costruita secondo un impianto ortogonale, la città si estende su una pianura dominata al centro dall’agorà, intorno alla quale si ergono sinuose delle colline di cui quella denominata della Cittadella ospita la sede dell'acropoli.
L’area archeologica delimitata dalle antiche mura della città prive di torri, ma al contempo difese da possenti baluardi, posti in corrispondenza delle quattro porte, ospita su un’area di oltre venti ettari, i resti appartenenti: a edifici pubblici, la maggior parte dei quali situati intorno alla piazza dell'Agorà; al pritaneo; all'Ekklesiasterion; al duplice "santuario dell'Agorà"; al granaio pubblico; alla grande fornace; al teatro; e a numerose abitazioni con pavimenti a mosaico e pareti affrescate.
La zona più interessante del sito archeologico di Morgantina è l'Agorà, intorno alla quale erano collocati gli edifici pubblici del centro politico ed amministrativo della polis; disposta su due livelli, di cui quello inferiore era riservato ai riti sacri, mentre quello superiore riguardava fini commerciali e pubblici, collegati da una scalinata, la piazza accoglieva sul lato nord un lungo portico identificato come gymnasium (ginnasio), costruito intorno al III secolo a.C., sotto il regno di Gerone II, e destinato alle attività sportive dei giovani.
Tra il 1982 e il 1984 ad est dell’Agorà sono stati riportati alla luce i resti di una fontana monumentale dedicata alle Ninfe, costruita intorno alla seconda metà del III secolo a.C., con doppia vasca, preceduta da una scalinata, impreziosita da colonne a fregi dorici, mentre ad ovest sono state rinvenute una serie di botteghe, precedute da un secondo portico.
In direzione del ginnasio, sono evidenti i resti di un bouleuterion, luogo di riunione del consiglio cittadino, a pianta bipartita, contraddistinto da un muro a semicerchio e un podio rettangolare, intorno al quale erano disposti i seggi dei membri del consiglio.
La piazza superiore ospita un edificio di epoca romana collocabile intorno alla prima metà del II secolo a.C., formato da un gruppo di tredici botteghe disposte a nord e a sud di un cortile porticato, con al centro un'edicola circolare.
A sud dell’Agorà si snoda una gradinata di forma trapezoidale, un tempo utilizzata per lo svolgimento delle riunioni dell'assemblea cittadina (ekklesiasterion), che conduce alla zona inferiore della piazza dove ad ovest si trova il meraviglioso teatro, realizzato in due fasi costruttive, di cui una risale alla metà del IV secolo a.C., mentre l’altra si colloca tra la fine dello stesso secolo e gli inizi del III secolo a.C. .
Inizialmente l’edificio presentava un impianto strutturale di forma trapezoidale, successivamente sostituito da una cavea a ferro di cavallo, con orchestra accessibile da due corridoi laterali, il tutto chiuso da un prospetto architettonico fisso, ornato continuamente da scenografie sorrette da travi lignee.
Il teatro dedicato a Dioniso, come testimonia la scritta dedicatoria sull'alzata di uno dei quindici gradini della cavea, era affiancato dal meraviglioso santuario di Demetra e Kore, divinità protettrici della città, accessibile dal lato occidentale.
L’edificio comprendeva due settori sviluppati ciascuno intorno ad altrettanti cortili, di cui quello a nord preceduto da una vasca per le purificazioni, e da una stanzetta per le offerte, constava di diversi vani destinati alla sosta dei fedeli e alla produzione di oggetti votivi in terracotta, mentre quello a sud destinato al culto, si apriva attorno ad un altare cilindrico, affiancato da un bothros (fossa sacra), per i sacrifici agli dei.
Ad est dell’altare si trovava un'esedra con sedili, fronteggiata da una seconda sul lato opposto, destinate probabilmente alle cerimonie del culto.
Ad est dell’agorà inferiore sono visibili i resti dell’antico granaio della città di Morgantina, sostenuto da imponenti contrafforti, anticamente contraddistinto da una serie di magazzini, dove si raccoglieva la produzione agricola e probabilmente le tasse dovute prima a Siracusa e poi a Roma.
A sud-est della piazza si erge una fornace a forma di cunicolo, separato da arcate, destinata alla produzione di terrecotte per l'edilizia.
Sul pendici della collina orientale si erge un edificio, dotato di stanze ed ampio cortile pavimentato in cotto, rivolto sulla sottostante piazza, identificato dagli archeologi nel prytaneion (pritaneo), ambiente abitato dal magistrato supremo della città.
Oltrepassato il pritaneo si trovano i resti della Casa del Capitello dorico rivolta sull'Agorà, i cui vani interni si aprono ai lati di un peristilio centrale che, oltre a consentire l’ingresso della luce, permetteva la raccolta dell'acqua piovana, convogliandola in due cisterne.
Spostandoci a sud si possono ammirare i resti della Casa di Ganimede caratterizzato da un peristilio rettangolare con colonne scanalate e capitelli dorici, contraddistinto da due stanze dalle pareti intonacate di rosso, e pavimenti a mosaico del III secolo a.C. raffiguranti il ratto di Ganimede.
Lungo le pendici dell'opposta collina occidentale si sviluppa un secondo quartiere residenziale, dove si erge una abitazione di ben ventiquattro stanze, appartenuta ad uno dei governanti della città, divisa in due settori, di cui quello di rappresentanza si sviluppa ai lati di un cortile porticato, su cui si affacciano un atrio preceduto da due colonne, ed una sala quadrata dove trovavano posto ben nove triclini.
Qui si trova anche la Casa dei Capitelli tuscanici, disposta su più livelli, con cortile delimitato da quattro colonne e lungo peristilio che chiudeva ad ovest la struttura; accanto a questa si erge un’altra abitazione sviluppata intorno ad un peristilio formato da dodici colonne, sul quale si apre un soggiorno impreziosito da un pavimento formato da tessere a forma di stelle di colori diversi.
La visita prosegue nella Casa delle Botteghe nota per la presenza al suo interno di negozi formarti da un vano per la vendita e da un deposito, e nella Casa del Palmento dove si possono ammirare i resti di un ambiente anticamente adibito alla produzione di olio
Da non perdere la visita alla Casa Pappalardo con meraviglioso peristilio di dodici colonne e pavimenti a mosaico, costruita intorno alla metà del III secolo a.C. , e in ultimo la Casa delle quarantaquattro monete d'oro, così chiamata perché al suo interno fu riportato alla luce un ripostiglio monetale collocabili tra il 359 e il 278 a.C..
La visita al sito archeologico continua lungo il pendio nord della collina occupato dalla Casa della cisterna ad arco, accessibile dal lato occidentale, con ambienti impreziositi da meravigliosi pavimenti a mosaico organizzati intorno a due peristili.
Il tablinium rivolto sul peristilio meridionale decorato lungo le pareti da un intonaco dipinto, e sul pavimento da un mosaico, accoglie al suo interno l'imboccatura di una cisterna, con volta in conci squadrati e vasca in terracotta.
I reperti archeologici rinvenuti nell'area di Morgantina sono ospitati nel Museo Archeologico della vicina Aidone.