Castello di Caccamo
Il castello di Caccamo situato al culmine di una grande rupe a dominio del centro, fu costruito nell’ XI secolo nella forma di un piccolo fortilizio con torre di guardia e cinta muraria.
Alla prima metà del XII furono eseguiti i lavori di costruzione di una corte centrale, voluta dai feudatari Bonello.
La struttura fortificata inizia ad assumere le sembianze di un vero e proprio castello a partire dal XIV secolo, grazie ai primi interventi operati da Manfredi I Chiaramonte, finalizzati alla costruzione di tre torri, di cui una denominata del Pizzarrone, situata a ridosso del muro di cinta della Terravecchia.
Nel 1398, il nuovo feudatario Giaime de Prades commissionò i lavori di realizzazione della sala delle udienze, della scuderia sottostante, e delle due torri laterali alla torre Gibellina collocata lungo il lato meridionale della struttura; a questo periodo risale anche la costruzione di due nuovi ingressi, e della rampa d'accesso nord-orientale.
Nel 1517 seguono i lavori di completamento per volere di Federico Mattienzo, castellano e capitano di Caccamo, dell'antica cappella del castello, mentre nel 1526, Federico Henriquez ordinò la realizzazione di un nuovo portale d’ingresso in sostituzione a quello originario, munito di un ponte levatoio; circa dieci anni dopo Giovanni S. Janna, governatore di Caccamo, fece edificare una serie di “dammusi” al di sotto dell’omonima torre, utilizzati come carceri.
Dal 1665 al 1813 gli Amato, proprietari del maniero, realizzeranno numerosi interventi di rimaneggiamento comprendenti la costruzione di una loggia ad ovest del castello, di cui si conservano due archi a tutto sesto, la realizzazione della copertura dell’ala sud composta da un tetto unico, la collocazione all’ingresso del castello di un portale manieristico, e infine l’apertura delle archibugiere per la difesa del castello.
Al termine dei lavori la struttura assumerà la veste di un palazzo baronale, arricchito da una serie di saloni con interessanti soffitti lignei dipinti e fregi affrescati.
Segue la proprietà della famiglia De Spuches, ai quali si deve un drastico restauro, e nel 1963 la proprietà della Regione Sicilia.
Il castello è collegato al sottostante centro abitato mediante una rampa cordonata scavata nella roccia caratterizzata da diversi bracci che raggiungono in primis la quattrocentesca ala Prades dove si apre una grande scuderia, sovrastata dall'aula delle udienze decorata da tre bifore.
Oltrepassata la prima corte si entra nell'ala chiaramontana risalente al XIV secolo, che consente di raggiungere la torre maestra, il cortile delle carceri, e la gran corte di forma rettangolare.
L’impianto del complesso castellano risulta essere irregolare a seguito delle differenti quote altimetriche sulle quali si ergono i diversi corpi di fabbrica, ad eccezione di quelli che nel Seicento sono stati sottoposti a interventi di ristrutturazione, ossia la gran corte e l'ala Amato rivolta sull'orto del castello e sul quartiere della Terravecchia.
Questa ala della fortezza il cui accesso è delineato da un bel portale manieristico delimitato da colonne laterali e sopraelevato da un timpano spezzato, è caratterizzato da una serie di sale con soffitti lignei dipinti e grandi balconi.