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Cava d'Ispica

La Cava d’Ispica situata nei territori dei comuni di Ispica e Modica è una fenditura lunga tredici chilometri costellata da un incantevole scenario naturale contraddistinto da rocce calcaree cinerine ricoperte da flora mediterranea, santuari, necropoli grotte, e tombe scavate lungo pareti perpendicolari, alle volte anche irraggiungibili.
Abitato sin dall’età del bronzo, con una frequentazione più intensa tra i secoli IV e VIII d.C., l’area di notevole interesse storico e artistico venne portata all’attenzione del pubblico verso la fine del Settecento, ad opera di Chatelet, e Houel che inserirono immagini della cava nei volumi di incisioni relative alla Sicilia archeologica.
Il percorso esplorativo del sito ha inizio dal bivio Ispica-Rosolini-Pachino-Barriera, dal quale si può ammirare lo sperone roccioso occupato sulla sommità dal Convento dei Frati Minori, e lungo le rocciose dalle tante abitazioni rupestri e tombe scavate nella roccia.
Addentrandosi nella vallata si possono ammirare meravigliosi santuari rupestri rispettivamente dedicati ai Santi Teodoro, Nicola, Rosalia, e Gaetano, nonché necropoli con tombe a grotti cella ed abitazioni rupestri; sul lato sinistro si ergono anche le chiese di Sant’Agata, San Sebastiano, Sant’Anna, e S. Bartolomeo.
Alla destra del Convento del Carmine, si erge una rupe circondata tutt’intorno da una profonda cava nota come la Forza, anticamente utile per contrastare l’ingresso nel territorio dei nemici provenienti dalla terra e dal mare.
Fino al terremoto del 1693, questa grande cava fu il primo centro urbano della città di Ispica, per cui si possono ammirare tracce di insediamenti umani risalenti all’età del bronzo, collocabili tra il XIX e il XV secolo a.C., tra cui frammenti di pithoi, anfore, utensili litici di selce e di ossidiana.
A questi reperti se ne aggiungono altri storicamente risalenti all’ultima fase della cultura di Pantalica, alla fase della colonizzazione greca, e all’età paleocristiana e bizantina.
All’età medievale e rinascimentale risalgono tracce di una fortificazione realizzata probabilmente tra il XV e il XVI secolo, affiancata a sud dai ruderi della chiesa dell’Annunziata, comprendenti numerose fosse sepolcrali, originariamente contraddistinta da un impianto a croce latina.
Una grotta della Forza è stata trasformata in un piccolo Antiquarium, al cui interno sono esposti molti reperti riportati alla luce nel sito stesso, tra questi citiamo: frammenti di pithoi, anfore, utensili litici collocabili tra la prima età del bronzo, e la prima colonizzazione greca.
A sud della fortezza, mentre, si possono ammirare i resti del palazzo Marchionale con impianto planimetrico a L, affacciato su un cortile ricoperto da ciottoli, occupato a destra dagli ambienti di servizio, comprendenti granai, ed altri vani di difficile individuazione, di cui uno presenta lungo le pareti un rivestimento formato da piastrelle di pietra asfaltica, mentre l’altro ambiente ha un pavimento lastricato in rosso pompeiano.
Da non perdere la visita alla lunga scala sotterranea formata da duecentoottanta gradini che attraversa lo sperone roccioso e conduce al fondovalle; la sua costruzione risalente al XVI secolo si pensa sia stata progettata per consentire l’approvvigionamento idrico del castello, oppure per premunirsi in caso di attacchi nemici.
Scendendo verso la fondovalle ci si imbatte nella chiesa rupestre di S. Maria della Cava, che vale la pena di visitare.
L’edificio sacro comprendente la parte absidale dell’omonima chiesa distrutta dal terremoto del 1693, accoglie al suo interno i resti di affreschi, mente esternamente si apre una grotta nota come la “Conceria”, formata da una serie di vasche, un tempo utilizzate per la lavorazione delle pelli.
Il percorso di visita procede verso nord, per visitare le grotte Lintana decorate da tracce di affreschi, e la grotta che la tradizione popolare vuole sia stata l’abitazione di S. Ilarione, un monaco vissuto nel IV secolo d.C. .
La Cava d’Ispica prosegue verso il territorio del comune di Modica dove si erge uno sperone roccioso occupato sulla sommità dal Castello, ammirato dai viaggiatori europei tra il Settecento e l’Ottocento per la conformazione naturale e per una primitiva vita patriarcale.
Scendendo verso la valle si erge il santuario rupestre di Sant’Alessandra, dove si conservano tracce di affreschi.
Da non perdere la visita ai meravigliosi siti archeologici situati a nord della Cava, tra cui ricordiamo la catacomba paleocristiana di Larderia risalente al periodo compreso tra il IV e il V secolo d. C., dove si possono ammirare più di trecento tombe distribuite su tre corridoi.
Verso la zona finale dell’area si trovano i resti della catacomba paleocristiana di San Marco formata da un corridoio lungo più di quaranta metri i cui lati sono occupati da circa duecentocinquanta tombe, rischiarate da tre lucernari; il sito risale al periodo compreso tra il IV e il V secolo d.C. .
La Cava d’Ispica è nota anche per la bellezza della flora che ne popola il territorio, comprendente piante arboree tra cui il pioppo, il leccio, la quercia, il faggio, il fico selvatico, l’oleandro, la palma nana, l’olivo selvatico, il pero selvatico, il rovo, il mirto, la ginestra spinosa, la rosa di macchia, il sambuco, la ferula, e il timo.
A queste si aggiungono le piante erbacee tra cui citiamo: il cappero, l’edera, il ciclamino, l’orchidea, la campanula, la felce, l’asparago dei boschi, l’asparago bianco, la parietaria, il ficodindia, e la querciola .