Castello di Venere
Il castello di Venere situato alla sommità di una rupe nel comune di Erice, fu costruito in epoca normanna vale a dire intorno al XII secolo, sulle rovine di un tempio consacrato a Venere Ericina, dea della fecondità.
La fortezza fino al XVI secolo fu "piazza reale", ma dai primi dell'Ottocento ad oggi è di proprietà del Comune.
La struttura è preceduta da una serie di fortificazioni denominate torri del Balio di origine medievale, che anticamente la separavano dalla voragine sottostante.
Intorno al baratro nel XVII secolo, il castellano Antonio Palma procedette alla costruzione di una cordonata a gradini, tutt’ora visibile, mentre nel 1872 furono eseguiti i lavori di spostamento della cortina merlata occidentale verso l’interno per consentire dall'esterno l'accesso al castello, in quell’epoca adibito a carcere.
La facciata rivolta ad occidente presenta alla sommità merli ghibellini, e una porta d'ingresso, ad arco ogivale sovrastata da una lapide calcarea recante l'arme degli Asburgo di Spagna, a sua volta superata da una bifora trecentesca.
Oltrepassato l’ingresso, lungo il lato destro si aprono i locali del carcere, di cui alcune celle conservano ancora le catene per i prigionieri, seguono le ampie celle del "carcere soprano", riservato ai nobili.
Da ammirare nella parte meridionale della fortezza l'imboccatura di una galleria segreta sotterranea, che secondo la tradizione conduceva alla pianura di fondovalle nei pressi del porticciolo di Bonagia, nonché si possono osservare una serie di caditoie, a bocca di lupo, seguito da un posto di guardia.
Accanto all’ingresso si trovano anche i resti di un piccolo ambiente termale di epoca romana, nonché lungo la parete nord il muro la cui costruzione è attribuita dalla leggenda a Dedalo (I secolo a.C.), composto di dodici filari orizzontali di pietre squadrate e sovrapposti ad opus rectum.
Dell’antico tempio dedicato a Venere Ericina, si conservano alcuni resti di colonne, frammenti di fregio calcareo decorato con perline ed anelli, una porzione di muro perimetrale coperto d'intonaco rosso, e un piccolo lembo di pavimento a mosaico bicolore.